Archivi Blog
La Seconda (quasi Prima) Infinita Repubblica
di Daniele Di Biasi
Come Volevasi Dimostrare. I nostri “amati” politici hanno intravisto lo spiraglio del cambiamento con l’imminente arrivo della Terza Repubblica e che cosa hanno fatto? Sono tornati di corsa tra le braccia della Seconda (quasi Prima) Repubblica impauriti e piagnucolanti di fronte ad un cambiamento necessario che (quasi) nessuno auspica. Ironia della sorte (o forse no) che gli attori principali della tragedia politica siano proprio Giorgio Napolitano e Stefano Rodotà così come lo furono nel lontano 3 giugno 1992 (ventuno anni fa). Allora si doveva eleggere il presidente della Camera e Rodotà fu scalzato all’ultimo da Napolitano che gli “soffiò” il posto. In quell’occasione fu Occhetto a gridare allo scandalo, lasciando tutte le cariche per protesta e accusando il partito di essersi accordato segretamente con la DC (vi ricorda qualcosa tutto ciò?!). Anche Rodotà si fece sentire lasciando stizzito, con una lettera d’addio, un partito troppo manovratore per i suoi gusti. Talmente forte fu la delusione che meditò di lasciare la Leggi il resto di questa voce
Benvenuti nella Terza Repubblica
di Daniele Di Biasi
Questa mattina si procederà al terzo giorno di votazione del prossimo Presidente della Repubblica. Verosimilmente l’unica forza politica a presentare un candidato (mai bruciati così tanti in due soli giorni; Marini, Prodi, Amato, Bonino, D’Alema, Cancellieri…) sarà il M5S con il Prof Stefano Rodotà. Come si affretterebbero a dire i “cittadini eletti”, il Prof Rodotà non è il candidato M5S, bensì il candidato di tutta Italia che risponde, da giorni e chiaramente, con infiniti moti d’affetto e gradimento nei confronti di quel nome (a parte l’ala del centro-destra, ovviamente). Nessun esponente dello sfasciato PD (chissà cosa diventerà tra qualche giorno), si è ancora degnato di spiegare ai propri elettori (e a tutti gli italiani) come mai il Prof Rodotà, che pur è un assoluto patrimonio della storia politica del centro-sinistra, non è gradito come Leggi il resto di questa voce
Renzi: un identikit dal passato
Ovvero il purosangue dell’annacquato centrosinistra scalpita vigoroso ai blocchi di partenza
di Martina Tanzini
Intorno a lui solo l’enorme vuoto politico lasciato da una gerarchia stanca e poco abituata a dover sgomitare. La nomenclatura PD ha sperimentato, apprezzato e infine implementato in pianta stabile tattiche di non-belligeranza, accordi sottobanco, in buona sostanza una politica inciuciona che ergendosi con esperto paternalismo opera per il bene del popolino inconsapevole e ignorante (come? Poco importa).
In questo gioco malato dove l’unico a perderci è il micro mondo PD si inserisce la figura di Renzi.
E qui mi prendo una pausa dall’attualità per parlarvi di lui, di MATTEO (è l’unico politico che ho sentito chiamare in trasmissioni di approfondimento col nome di battesimo.) Leggi il resto di questa voce
Movimento 2.0
di Daniele Di Biasi
Il M5S ha indetto una riunione segreta tra cittadini eletti e il megafono Beppe Grillo. Tralasciando la fin troppo facile polemica “e la trasparenza? E lo streaming?” sarebbe bene concentrarsi sul dibattito interno che è la vera chiave di lettura della situazione M5S attuale. Si spaccheranno? Si ricompatteranno intorno al leader? Si scinderanno in una miriade di partiti/movimenti unicellulari? Sarà solo un incontro in cui giocheranno on-line al “programma di videogiochi” di Casaleggio (magari con avversario il temutissimo player nordcoreano Kim Jong-un)? Non è ancora dato sapere. Il mio sogno è che da quella riunione esca fuori una sorta di MoVimento 2.0 in cui il dialogo è (almeno) contemplato tra i modi di fare politica. Leggi il resto di questa voce
Movimento (quasi) immobile, eppur si muove…
di Daniele Di Biasi
Quanti di noi, da bambino, hanno vissuto questa situazione? Sono pronto a scommettere che quasi tutti hanno avuto a che fare con il compagno di giochi rompipalle. Quello che se siamo in cinque a voler giocare a pallone (e ci serve il sesto per fare le squadre) si barrica dietro ad un irremovibile “no, a pallone non gioco”. “Ma dai! Siamo cinque non si può giocare tre contro due! Cosa ti costa?!”. Niente; nessuna preghiera, nessun pianto, stimolo o minaccia lo smuove. “No!”. Allora siamo tutti costretti a cambiare gioco e per non perdere altro tempo chiediamo direttamente al rompipalle: “allora a che vuoi giocare?!”. La risposta la conoscete tutti: “non lo so”. “Ma allora?! Come sarebbe a dire non lo so?! Dai giochiamo a pallone! Non fare storie!”. “No, a pallone no!”. Che nervi; ve li ricordate quei momenti?! Occorreva molta pazienza ed “il buono” del gruppo che tentasse la mediazione. “Va bene allora decidi te”. “Mi va bene tutto, proponete voi… ma a pallone no!”. Da piccolo non avrei mai pensato che un giorno avrei visto accadere la stessa cosa ai partiti politici; del resto, non sapevo manco cosa fosse un partito politico!
Bersani e i salvatori della patria
Problema di paternità: figli non riconoscenti e mai riconosciuti
di Filippo Giannetti
Un’inversione moderna della parabola del “figliol prodigo”. Il protagonista è uno scapestrato padre che si è preso tutta l’eredità ed è scappato dilapidando tutto. Ma ora, che è di nuovo a casa e si trova davanti ai propri figli, chiede loro di tornare ad una vita serena, fatta di collaborazione e convivenza pacifica sotto lo stesso tetto. Ma in questa trasposizione
dei nostri giorni, i figli non hanno affatto intenzione di perdonare.
E’ un duro colpo per il nostro paese vedere un leader politico candidato alla presidenza del consiglio dover ricevere da due signor nessuno della politica un NO così secco e liberatorio.
E’ un duro colpo perché a ben vedere le cose che i due schieramenti vorrebbero fare hanno molto più di qualche misero punto in comune. Leggi il resto di questa voce
Il signor B e i suoi signori elettori
di Daniele Di Biasi
(da spuntopolitico.blogspot.it 23 Marzo 2013)
Nei convulsi giorni post-elettorali (per fortuna non troppo post-apocalittici ) ero sbalordito da quello che veniva percepito da cittadini e dai media sia italiani che esteri; Il sig B aveva stravinto così come il Sig G ed il suo movimento. Ora, se nel secondo caso abbiamo un “partito” (speriamo che non mi scomunichi per questo appellativo!) che passa da 0 a 8.689.458 voti (per il parlamento), nel primo caso abbiamo un Partito (qui si può usare la “P” maiuscola!) che passa da 13.629.464 a 7.332.972 voti (ben 6.296.492 di voti in meno sempre per il parlamento). Leggi il resto di questa voce